Alcune osservazioni sulle ricadute fiscali della pronuncia della Corte costituzionale in materia di impresa familiare tra conviventi more uxorio
Corte cost., 25 luglio 2024, n. 148 Con la sentenza in esame[1], la Consulta si è pronunciata sulla legittimità costituzionale dell’art. 230-bis c.c. («Impresa familiare») statuendone la illegittimità nella parte in cui non prevede “come familiare anche il convivente di fatto e come impresa familiare quella in cui collabora anche il convivente di fatto”, sancendo altresì, per l’effetto, l’illegittimità del successivo art. 230-ter c.c. Quest’ultima disposizione è stata inserita dalla l. 20 maggio 2016, n. 176 (c.d. Legge Cirinnà) al fine di disciplinare i diritti del convivente di fatto che presti la sua attività lavorativa nell’impresa dell’altro convivente. A. . .
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