La Corte costituzionale censura la mancata previsione del convivente di fatto tra i familiari ammessi a godere del regime dell’impresa familiare e crea le premesse per nuovi sviluppi

Di MARTA PICCHI -
Corte cost., 25 luglio 2024, n. 148 La pronuncia in commento conclude un giudizio incidentale avviato con l’ordinanza del 18 gennaio 2024 della Corte di cassazione, Sezioni unite civili, mediante la quale sono state sollevate questioni di legittimità costituzionale, in riferimento agli artt. 2, 3, 4, 35 e 36 Cost., nonché all’art. 9 CDFUE e all’artt. 117, comma 1, Cost. in relazione agli artt. 8 e 12 CEDU, nei confronti dell’art. 230-bis, commi 1 e 3, c.c. nella parte in cui non include nel novero dei familiari il convivente more uxorio e, conseguentemente, dell’art. 230-ter c.c., nella parte in cui applica al convivente di fatto che presti stabilmente la propria opera nell’imp. . .