L’unito civilmente non può riconoscere il figlio generato dal partner mediante il ricorso a tecniche di P.M.A. di tipo eterologo

Di LUCA COLLURA -
Cass. civ., sez. I, 22 aprile 2020, n. 8029. Con la sentenza in commento la Corte di Cassazione si è pronunciata riguardo alla possibilità che, a seguito del ricorso alla procreazione medicalmente assistita (PMA) di tipo eterologo da parte dei componenti di una coppia omosessuale (nella specie, due donne) legati da unione civile, il figlio biologico di una di essa per tal via generato acquisisca lo status di figlio anche dell’altra parte, che non ha col medesimo nessun legame di tipo biologico. La vicenda sottoposta al vaglio della Suprema Corte ha inizio con il ricorso proposto al Tribunale di Pistoia da due donne legate tra loro da unione civile per sentire accertare e dichiarare l’i. . .