L’impossibilità per un transessuale di cambiare il prenome anagrafico prima dell’operazione viola il diritto alla vita privata

Di CLAUDIA BENANTI -
AFFAIRE S.V. c. ITALIE Nella causa S.V. contro Italia la Corte europea dei diritti dell’uomo ha individuato una violazione del diritto alla vita privata, tutelato dall’art. 8 CEDU. La controversia riguarda il rifiuto delle autorità italiane di autorizzare il cambiamento del prenome di sesso maschile di un transessuale di apparenza femminile, in ragione del fatto che il mutamento di sesso non era stato ancora accertato con una sentenza definitiva. S.V., alla nascita di sesso maschile, nel maggio 2001 era stata autorizzata dal Tribunale di Roma a sottoporsi ad un’operazione chirurgica di mutamento di sesso. Nelle more dell’esecuzione dell’intervento, S.V. aveva chiesto al Prefetto d. . .